Per l’area ex Acetati noi pensiamo a una fase di progettazione condivisa e partecipata, che dovrebbe avvenire a più livelli e con più interlocutori.
Cosa sarà di quello spazio lo deciderà la Città, noi porteremo in discussione le nostre proposte che si sostanziano in due filoni:
- Innovare senza creare inutile concorrenza a ciò che esiste pensando prima di tutto a giovani e turismo. In questo senso l’idea è cercare operatori economici per attività come discoteche, Zero Gravity, escape rooms e qualunque altra proposta possa dare un chiaro messaggio di attenzione all’innovazione , all’economia, ai giovani, al turismo. E’ interessante la proposta in essere dello spazio per il “centro del riuso”, sicuramente da sviluppare ragionando se l’area in oggetto è effettivamente la più vocata.
- una significativa parte dell’area Acetati diventasse un “centro di produzione acquaponico”. L’idea potrebbe essere di far nascere, magari in collaborazione col CNR , una sorta di grande ciclo chiuso di produzione di pesce (pensando anche al ripopolamento di specie autoctone) e ortofrutta. La tecnologia oggi consente processi produttivi a impatto zero che potrebbero configurarsi come progetti pilota a più livelli. Crediamo che proprio i tanti supermercati esistenti sul territorio potrebbero sedersi intorno a un tavolo e lavorare con l’amministrazione a un progetto di alto valore etico, economico e perché no? Sociale.
E’ evidente che ci sono solo 2 cose che una amministrazione seria deve fare:
1- non cedere ai ricatti di una azienda privata il cui unico interesse è fare cassa;
2- Aprirsi a una seria discussione in città. In estrema sintesi una amministrazione seria dovrebbe fare l’esatto contrario di ciò che è stato fatto fino ad oggi per una porzione di città tanto importante come la zona ex Acetati.